Valdarno Post Nucleare: la Recensione
Questa volta ci cimentiamo con la recensione di un libro, piuttosto che di un videogioco.
Ma il tema di Valdarno Post Nucleare è di quelli che ricorrono spesso nei videogiochi.Un mondo che, a seguito del fallout, ha visto cambiati i propri scenari, segnando lo spartiacque fra quello che c’è stato prima e ciò che c’è stato dopo la tragedia.

La Trama
Il racconto, scritto da Luca Gini, è ambientato nella Valdarno, in Toscana, 40 anni dopo una catastrofe nucleare avvenuta intorno al 2030, che ha causato la fine di una civiltà, non solo per la quantità di morti, ma anche per il cambiamento radicale nelle usanze e il crollo dello sviluppo tecnologico.
Come in ogni catastrofe, c’è una forte regressione della tecnologia, ma anche la cancellazione degli ordinamenti, almeno quelli che conosciamo noi, che reggono la società. Oramai il mondo, perlomeno nella visione che ci viene data dal libro, sembra diviso in città-Stato o forti militari.
Il protagonista parte da Empoli, spinto dalla notizia che i discendenti di una Potenza Straniera, insediatisi militarmente durante la Terza Guerra Mondiale vogliano occuparla per motivi militari, e si dirige con Guido, il suo alter ego, verso Livorno.
Durante il viaggio, i due amici attraverseranno varie località della Valdarno, profondamente cambiate e ognuna organizzata a modo proprio. Che siano uniti da usanze tribali, religiose, o popolaresche, ogni città sembra aver ritrovato un proprio equilibrio precario nel gestirsi.
Fino all’arrivo a Livorno, città più organizzata e grande di Empoli, per cercare aiuto.

Un titolo leggero e piacevole
Il resto va colto nella lettura del libro, di 136 pagine, scritto in maniera chiara e con un linguaggio fluido, dove i dialoghi (nei quali il dialetto toscano, in una versione molto comprensibile, fa capolino spesso) riescono ad immergerti in scene che sembrano quelle di un film nel quale la monotonia della vita delle persone è scandita dai tempi di una civiltà che sembra a metà fra tramonto ed alba, come quando la notte comincia a dare i primi segni di schiarita e ti mostra un nuovo giorno.
I personaggi sembrano bene immersi nel proprio contesto, e il protagonista – narratore permette una certa immedesimazione da parte del lettore, che sembra vedere un film che, seppur breve, gli è chiaro grazie allo sviluppo dei pensieri del protagonista (attivo nelle vicende, ed osservatore durante la narrazione)
Il modo in cui ogni gruppo vive quello scenario post-apocalittico viene pienamente compreso durante il percorso compiuto dai due viaggiatori, e sembrano bene caratterizzati (e senza eccesso di dettagli) i personaggi che compaiono di volta in volta. La cosa va a vantaggio della leggibilità, senza che venga meno l’immedesimazione.

Un possibile sequel?
Il finale sembra poter aprire la strada ad un secondo libro, dove magari sviluppare meglio alcuni personaggi che in questo sono “di transito” e che potrebbero essere sviluppati giusto un poco, per avere maggiore profondità.
La sensazione, in tutto il libro, è che il passato sia troncato e rimosso dalla percezione dei protagonisti.
La cosa non risulta un difetto perché rende bene l’ambientazione: in una civiltà che cresce 40 anni dopo il rischio di estinguersi, il pensiero è più sul presente e sulla necessità di sopravvivere che sul passato.
Ma con una vena di speranza nel ricostruire qualcosa, e creare un futuro migliore.
Il libro è acquistabile sul sito della Casa editrice Bilbiotheka (qui il link che riporta al blog di racconti Il Naufragio) in formato cartaceo (14 euro) o E-Book (4.99 euro).
Sempre in formato Kindle (a 4,99 euro) o cartaceo con Copertina Flessibile (a 13.30 euro) su Amazon (qui il link).
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